La prima pietra

Ogni volta che si inizia qualcosa di nuovo è sempre una grande emozione. Ho sempre evitato di scrivere,a parte qualche rara eccezione,nonostante da più parti venissi incitato a farlo. Non è stato per modestia o per mancanza di idee,anzi di cose da dire,su cui confrontarmi,dialogare,ne ho sempre avute moltissime. Solo che mi sento molto più stimolato a pensare,quindi a metterle insieme in modo organizzato e coerente,se ho qualcuno di vivo davanti a me,che sia una persona o un pubblico. Direi anzi che la presenza viva dell’altro mi spinge ad avere delle intuizioni sul momento,a pensare in quell’istante cose mai pensate prima,confidando nell’immenso potere della libera associazione con cui lavoro e su cui lavoro da tanti anni.

All’insegna dell’evoluzione dei tempi mi sono tuttavia risoluto a modificare questa mia naturale inclinazione,convinto come sono che se non utilizziamo il tempo che scorre per fare nuove esperienze che ci rendano sempre più liberi,invecchiare sarebbe davvero soltanto un lento scivolare verso l’oblio di sè stessi prima, e in ultimo verso la morte.

In buona sostanza un notevole spreco di opportunità. E poichè so che inizio con oggi ma non so quando finirò,mi piace immaginare tutto ciò che raccoglierò in questo spazio virtuale come una costruzione teoricamente infinita,un pochino,come la Sagrada Familia di Gaudì,senza peraltro aspettarmi lo stesso successo ovviamente. Ma come si dice,se devi avere dei modelli ,tanto vale puntare in alto…..

Ecco perchè il titolo,la prima pietra,confidando che altri vorranno collaborare con idee,suggerimenti,critiche,ai temi che ritengo interessanti e che ruotano intorno all’umano,nel bene e nel male. Il sito parte dall’idea del lavoro sul trauma,ma so già che pur tenendo centrale questo tema,mi lascerò andare a considerazioni relative ad altre aree cliniche,prendendo spunto dal mio quotidiano,di lavoro ma anche non,laddove come traumatica può ovviamente essere considerata ogni forma di sofferenza,sia essa episodica o continuativa.

Poter spaziare includendo aspetti della vita che solitamente non sono considerati traumatici,e che invece a mio parere lo sono,e che quindi risultano ancora più difficili da affrontare e risolvere,in quanto appunto non riconoscibili

“La più grande astuzia del Diavolo è far credere che non esiste”. Questo proverbio mi ha sempre colpito per la sua spietata lucidità e logica. Diabolico e tutto ciò che separa,che genera conflitto,sia esso sociale,relazionale,intrapsichico. E’ il contrario di Simbolico (diabolon e symbolon),ciò che unisce e unito dà significato a ciò che non lo aveva o che era andato perduto.

In questo senso ogni contributo mi sembra possa essere utile,quindi anche il mio

 

Ciao mondo!

Il blog del sito Stress Post Trumatico.

Qui gli articoli, i pensieri,  i progressi del dr. Sergio Poletti in tema di trattamento dei disturbi da stress post traumatico.